Ragusa, 27-28 marzo 2006: promosso dal Centro Studi F. Rossitto, un convegno di studi sul
poeta ibleo
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Giovanni Occhipinti,
il poeta con la
mente che respira
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di Giuseppe Nativo
Che cosè la poesia? La poesia è quel
luogo in cui se un poeta respira respiriamo tutti: riconosciamo il soffio
vitale, ciò che ci tiene in vita. Come afferma G. Manacorda laria
sembra avere le stesse caratteristiche della poesia. Laria è certamente
inconsistente, ma anche estremamente consistente, e non solo perché laria
sostiene chi vola, ma perché laria sostiene chi vive
e ancora la
poesia è la creatività della lingua, cioè la forma del pensiero, è
levento e lavvento di tutte le forme del pensiero.
La poesia è anche luomo che si mette a
nudo e da cui emerge il suo ancestrale impianto interiore. Il ritmo del
respiro e quello cardiaco, come landamento poetico che individua il ritmo
del verso, convergono in una dimensione in cui è continuamente rievocata
quella arcana tensione interna tra vita e morte, tra essere e non essere.
Il nostro respiro di vita, che dice anche autocoscienza, consapevolezza e
libertà, diventa canto e preghiera di tutta la vita che pulsa
nelluniverso.
Così è nella poesia di Giovanni Occhipinti,
figlio degli iblei – narratore, saggista e, soprattutto, Poeta a cui
Ragusa, a fine marzo, dedica due giornate di studio. In Occhipinti il
flusso del Tempo fluente come acqua di fiume accompagna il lettore in un
viaggio reversibile
nella simmetria di un altro Tempo, nello spazio
futuro che trascende, dove il soffio vitale, quel ruah, quellanemos,
di biblica memoria, è sublimato nella stessa essenza poetica, in quanto
istanza di forza creatrice. Quanta affinità esiste tra le parole soffio
spirazione e ispirazione!
Ogni autentica ispirazione racchiude in sé
qualche fremito di quel soffio con cui lo Spirito creatore pervade sin
dallinizio lopera della creazione. Il divino soffio dello Spirito
creatore sincontra con il genio delluomo e ne stimola la capacità
creativa. Lo raggiunge con una sorta di illuminazione interiore. E in
questo preciso istante che il poeta Occhipinti incontra lineffabile. Qui
il fatto si fa mistero, e il mistero poesia, e la poesia amore. In
Giovanni Occhipinti la collisione poetico-narrativa delle due dimensioni
temporali, tempo umano brevilineo e spezzato e Tempo divino esteso e
illimitato, fa scaturire quella scintilla dalla cui conflagrazione erompe
la sua poesia: Materia che evolvi e decadi nella / mutazione delliniziofine
se / precipiti nei gorghi del Cosmo, / nellenigma galattico.
Giuseppe Nativo
marzo 2006
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