La vita e i suoi altrove, di Nunzio Brugaletta
E’ da poco uscito il nuovo libro a fumetti La vita e i suoi altrove, dell’ormai affermato artista Nunzio Brugaletta. L’Autore ha al suo attivo la pubblicazione di altre due opere (K, sei racconti di Franz Kafka e Attaccarsi alla vita, quattro novelle di Luigi Pirandello). In questa occasione si confronta con due giganti della letteratura russa, Dostoevskj e Gogol. La scelta è caduta su due opere considerate minori, Il sosia di Dostoevskij e Le memorie di un pazzo, di Gogol. Il filo conduttore di entrambi i racconti è lo scollamento, spesso inizialmente impercettibile, tra la realtà soggettiva e la realtà oggettiva. Le due belle graphic novel riescono pienamente, grazie alla potenza espressiva dell’artista, a coinvolgere e spiazzare il lettore, trascinandolo gradualmente all’interno della realtà soggettiva dei due protagonisti. Un libro da non perdere, del quale pubblichiamo la sapiente introduzione della prof.ssa Rita Cultrera e due pagine per ciascun racconto. Ringraziamo l’Autore per la gentile concessione.
p.p.
Introduzione
di Rita Cultrera
Tradurre in immagini e segni le parole che interpretano e descrivono il dramma dell’umana condizione non è fatica da poco, soprattutto quando a squadernare le vicende rappresentate è la follia, se questo è il nome con cui definiamo lo sguardo che, impietoso, abbatte ogni artificio e raggiunge il cuore dolorante della vita.
Ne il sosia di Dostoevskij e ne le memorie di un pazzo di Gogol la follia morde la vita, trascolora in essa, a volte con sotterranea perfidia, a volte in modo impudico e scoperto, specularmente nei lavori di N.Brugaletta la derelizione dell’io scompone le linee, le slabbra, le sottrae al rigore euclideo, con tecnica violentemente espressionista.
L’inconsistenza del reale si traduce in silhouette incorporee, che si stagliano su sapienti cromatismi, mentre l’astrattezza degli spazi e delle sagome depriva di concretezza il dato oggettivo, al di là di ogni preciso riferimento storico, e lo deforma in modo caricaturale.
Lo scardinamento della normalità in Dostoevskij e in Gogol opera in crescendo, se nel primo la follia è insidiata dal dubbio, nel secondo non rimane alcun margine di incertezza. Parallelamente sul versante iconico, gli esseri umani sembrano frantumarsi in una serie di fattezze fisiche che si animano separatamente, come se fossero delle maschere dotate di vita propria.
La rappresentazione realistica si sfalda sempre di più le forme si appiattiscono la figura, a tratti, lasciata quasi allo stato di abbozzo.
Ne le memorie di un pazzo le pagine si scompongono nei vari elementi che le tramano: immagine, testo e personaggio all’interno delle vignette sono sottoposte ad una spinta centrifuga che li sottrae ad ogni collocazione spaziale naturalistica, in una sorta di reductio ad unum che rende figure, oggetti e scrittura nudi segni grafici.
Rita Cultrera
Di seguito, pubblichiamo due pagine tratte da ciascun racconto:
da “Il sosia” di Fëdor Michajlovič Dostoevskij (Mosca, 11 novembre 1821 – San Pietroburgo, 9 febbraio 1881)
…e da “Le memorie di un pazzo“, di Nikolaj Vasil’evič Gogol’-Janovskij (Velyki Soročynci, 19 marzo 1809 – Mosca, 21 febbraio 1852).
L’acquisto del libro può essere fatto on line all’indirizzo: https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/fumetti/499690/la-vita-e-i-suoi-altrove/
L’Autore si presenta: “Laureato in Matematica, ho insegnato Informatica presso l’ITC “F.Besta” di Ragusa. Da quando sono in pensione ho ripreso alcune passioni giovanili lasciate in stand-by durante l’attività lavorativa. Appassionato da sempre di disegno, fumetti, grafica, pittura e di tutto ciò che riguarda le arti figurative nelle sue varie espressioni. Disegnatore io stesso e appassionato lettore, con preferenza per i classici, ho messo assieme due passioni: il fumetto e i classici della letteratura. Ho realizzato (fino alla data odierna, Marzo 2019) adattamenti da racconti di Kafka e Pirandello da cui ne ho fatto due pubblicazioni. Continuo, almeno per ora, nella direzione di adattamenti da opere letterarie di ulteriori autori.”
Ragusa, febbraio 2020