L’Alchimia nella Roma del Seicento – introduzione di Cosimo Alberto Russo
Il testo si inserisce nella collana “Tradizione e innovazione, territorio e salute – Taccuini”, a cura dell’Università degli Studi di Ferrara, edito dalla casa editrice Aracne.
Nasce da un’idea della curatrice Maria Teresa Carani, già da alcuni anni interessata allo sviluppo dell’alchimia a Roma nel Seicento; da questo suo interesse è nato un progetto che ha portato dapprima alla realizzazione di un “docufilm” (con la regia di Corrado Boccia), successivamente (da parte della stessa Maria Teresa Carani) alla presentazione di una relazione al 70° Congresso di Storia della Farmacia svoltosi a Ferrara il 28-29 novembre 2020, e infine alla stesura di questo testo.
Il Taccuino, perché di questo si tratta, si è avvalso della partecipazione di vari collaboratori: Bruno Babbi, Tina Bovi, Maria Teresa Carani, Anna Fabiani, Giuseppina Guglielmi, Serenella Midolo, Cosimo Alberto Russo, Anna Livia Villa.
Ognuno di questi autori ha approfondito alcuni aspetti particolari del panorama alchemico romano del periodo trattato; nel dettaglio:
Bruno Babbi: -Testimonianze e curiosità sulla figura di Massimiliano Palombara;
Tina Bovi: -Villa Palombara a Piazza Vittorio
-Il laboratorio dell’alchimista;
Maria Teresa Carani: -Villa Gentili-Dominici
-La Porta Magica: copia al Museo Storico Nazionale dell’Arte Sanitaria;
Di Sailko – Opera propria, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=869924
Anna Fabiani: -Giuseppe Francesco Borri;
Giuseppina Guglielmi: -Il Tempio di Serapide alle Scuderie del Quirinale;
Serenella Midolo: -Cristina di Svezia;
Cosimo Alberto Russo: -Dall’alchimia alla chimica;
Anna Livia Villa: -Contesto storico
-La distilleria del Cardinale Francesco Maria Del Monte nella Villa Ludovisi
-Il Cardinale Francesco Maria Bourbon Del Monte.
Fulcro dello sviluppo della scena alchemica romana, nel periodo studiato, è stato sicuramente l’arrivo a Roma della regina Cristina di Svezia; è stata infatti lei, dato il suo grande interesse per l’alchimia, ad aprire i suoi salotti alla nobiltà romana mossa dalla stessa passione.
Si forma così un cenacolo di studiosi che sviluppa l’argomento sia dal punto di vista puramente metafisico che da quello sperimentale.
Nello stesso periodo spicca la figura di Giuseppe Francesco Borri; costui è un vero “iatrochimico”, sulle orme di Paracelso, e rappresenta quel filone più moderno dello spirito alchemico, che unisce la ricerca della perfezione allo studio e all’applicazione dei risultati di tale ricerca nella medicina (a Strasburgo effettuò persino una difficile operazione di cataratta).
Il Taccuino tratta le storie dei vari protagonisti in una forma scorrevole che ne rende piacevole la lettura. Si tratta (come riportato sulla quarta di copertina) di “un percorso inusuale in una Roma del Seicento meno conosciuta…seguendo il filo rosso della segreta arte della trasmutazione si possono ancora vedere ambienti, palazzi e ville dove gli apprendisti alchimisti si dedicarono alla loro ricerca metafisica…si potrà scoprire un affresco ad olio di un giovane Caravaggio, la “Porta Magica” della perduta Villa Palombara, laboratori alchemici”.
Cosimo Alberto Russo
Roma, 22 settembre 2021
Lo scorso 30 settembre il libro “L’Alchimia nella Roma del Seicento” ha ottenuto dall’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria di Roma il prestigioso Premio “Elide Piccinini Stramezzi”, quale riconoscimento del particolare valore divulgativo dell’opera, nonché dell’accuratezza e chiarezza dei contenuti. Le nostre più vive congratulazioni agli Autori!
10 ottobre 2021 Pippo Palazzolo
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E’ altresì reperibile presso le librerie coop e, a breve, nei siti e nelle librerie indicate nel link riportato.