Il sussurro del mondo, di Richard Powers – recensione di Cosimo Alberto Russo
Sono rimasto molto coinvolto dalla lettura del romanzo “Il sussurro del mondo” di Richard Powers (titolo originale “Overstory”, edizione italiana La Nave di Teseo, 2019) e mi fa piacere condividere le mie impressioni.
Il romanzo ha vinto il premio Pulitzer nel duemila e diciannove. Si tratta di un’opera poderosa di stampo chiaramente ambientalista.
L’autore divide il racconto in 4 parti concentrandosi sugli alberi, la loro struttura, il loro comportamento, la loro diffusione e importanza nell’ecosistema del pianeta. Le quattro suddivisioni assumono i nomi caratteristici della conformazione di un albero; in particolare, la prima viene chiamata radici, la seconda tronco, la terza chioma e la quarta semi.
Si può dire che ogni parte strutturale del libro abbia una sua connotazione specifica. “Radici” ci presenta l’infanzia dei vari personaggi che saranno i protagonisti della trama del romanzo; conosciamo così l’inizio del rapporto di ciascuno di loro con gli alberi, in particolare con una o più specie di essi. Ogni storia si presenta come un grande affresco poetico che tocca nel profondo l’animo del lettore. Ad esempio quella di Patty-la-pianta: “Patty Westerford si innamora del suo cerbiatto. Il suo è fatto di ramoscelli, per quanto sia altrettanto vivo…Tutte le sue creature di ramoscelli sanno parlare, benché la maggior parte, come Patty, non ne senta il bisogno. Anche lei non ha aperto bocca fino all’età di tre anni…i genitori spaventati hanno cominciato a pensare che la figlia fosse una ritardata mentale.” E ancora: “Il fatto che il suo viso fosse inclinato e orsino non ha giovato. I bambini del vicinato scappavano via da lei…le persone fatte di ghiande sono più clementi”…”Suo padre è l’unico che capisce il suo mondo silvestre…”. Patty seguirà il padre nelle sue visite alle fattorie in qualità di consulente agrario e sarà così che “Patty-la-pianta” si interesserà alla botanica: “Sono una grandissima invenzione gli alberi. Talmente grande che l’evoluzione continua a idearla, ripetutamente”…”Ciechi davanti alle piante. E’ la maledizione di Adamo. Vediamo soltanto le cose che ci somigliano”; guidata da questa educazione così piena di amore e rispetto per il mondo “verde”, Patrizia si laureerà in botanica.
Ben nove altri indimenticabili personaggi prenderanno vita nelle descrizioni delle loro famiglie e dell’ambiente sociale e naturale in cui sono immerse, sempre con contenuti molto intensi e coinvolgenti.
Per il lettore si rivela, a mio parere, un approccio stupefacente e travolgente, che, da solo, rende questo libro un’opera all’altezza dei grandi classici. Inoltre, in esso si trovano diversi riferimenti alla letteratura ed al pensiero ambientalista che denotano ulteriormente il pensiero dell’autore.
“Tronco” affronta la giovinezza di ognuno di questi personaggi: gli studi, le strade intraprese, le difficoltà ed i successi. Seguendo sempre Patty-la pianta la scopriamo dottorata in botanica che, in contrapposizione alla visione scientifica standardizzata, scopre un aspetto incredibile della vita delle piante: queste comunicano fra loro ed interagiscono in seguito a tali comunicazioni. Scoperta troppo rivoluzionaria che, dopo la grande risonanza iniziale, la porterà alla disgrazia accademica.
Situazioni simili accadranno agli altri protagonisti, con crisi personali, lavorative o economiche che li spingeranno ad occuparsi della tutela delle foreste degli Stati Uniti.
In particolare li ritroveremo, almeno parte di loro, attivisti dei movimenti che lottano contro l’abbattimento delle sequoie nell’Ovest americano.
Forse la trama in questa sezione si dipana a volte in maniera un po’ prolissa, ma nell’insieme necessaria per presentarci uno dei messaggi chiave del romanzo: “Una foresta merita protezione a prescindere dal suo valore per gli esseri umani”.
“Chioma” e “Semi” trattano, come prevedibile, la maturità e la fine delle vite dei nostri personaggi; i toni sono sia lirici che drammatici, come lo sono le esistenze degli esseri umani.
Fino al termine l’autore mantiene alto il messaggio che vuole trasmettere: “Politicamente, praticamente, emotivamente, intellettualmente: gli esseri umani sono tutto ciò che conta, la parola finale. Non si può arrestare la brama umana. Non si può nemmeno rallentarla. Soltanto mantenerla costante costa più di quanto la specie possa permettersi”.
Roma, 15 febbraio 2022
1 Richard Powers è autore di dodici romanzi, ha ricevuto numerosi premi tra cui il premio Pulitzer (per il romanzo Il sussurro del mondo), il MacArthur Fellowship, il National Book Award, il Premio Gregor von Rezzori; vive ai piedi delle Great Smoky Mountains.
Per La nave di Teseo è in corso la nuova edizione delle sue opere, compreso il romanzo Canone del desiderio, per la prima volta pubblicato in Italia.