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tratta da
http://www.agoramagazine.it |
L'imbroglio ecologico
di Cosimo Alberto Russo
“L’imbroglio
ecologico” era il titolo di un saggio pubblicato da Dario Paccino nel 1972; Dario Paccino era innanzitutto un grande uomo di
cultura, giornalista professionista dal 1940, autore di numerosi saggi,
che aveva colto in pieno le ripercussioni delle nascenti teorie ecologiste
sul modello sociale, ma ancor più aveva visto come queste teorie venissero
svuotate ed adattate a vantaggio del sistema esistente. All’epoca il suo
saggio segnò ulteriormente la distanza tra ecologismo e marxismo,
sottolineando in realtà una contrapposizione tra ideologie con presupposti
culturali decisamente diversi: da un lato l’ecocentrismo, dall’altro l’antropocentrismo.
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Oggi che le ideologie hanno perso quota e si ha
un approccio ai problemi forse più legato al “buon senso” (nei casi
migliori) o all’utilitarismo strumentale senza remore (nella maggior parte
delle situazioni), si può ripensare ai temi dell’ambiente e dell’ecologia
in termini più oggettivi (se si utilizza il buon senso…).
Il tema dell’ambiente entra prepotentemente nelle
agende politico – socio – economiche di tutti i governi, nonostante si
tenti continuamente di nasconderlo ed accantonarlo sperando che tocchi
alle generazioni future occuparsene; lo stesso tema è anche molto lontano
dal pensiero e dalle esigenze delle popolazioni “benestanti”, sia perché
non ha ancora colpito il loro benessere, sia perché una continua e
profonda azione di convincimento culturale le ha portate ad un progressivo
rapido allontanamento dai valori legati all’ambiente (esempio, il mare:
non è più importante che sia pulito, silenzioso, “spirituale”; ciò che
conta è che sia occasione di svago simile a quello cittadino, quindi
affollato, “riempito” dalla musica, consumistico…al limite non importa più
neanche che ci sia, il mare).
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Dario Paccino, in una foto del
1985 tratta da:
http://scaloni.it/popinga |
Appare evidente, quindi, che il tentativo del
sistema socio economico è quello di svuotare di significato i problemi
legati al degrado ambientale ed anzi utilizzarli per il mantenimento
stesso del sistema, convincendo la gente (che non aspetta altro…) che i
problemi ci sono, ma si risolvono senza dover cambiare nulla del proprio
stile di vita.
Poiché è più importante dare indicazioni ed
esempi chiari e dettagliati, piuttosto che trattare argomenti generici,
pur teoricamente necessari, verranno elencati pochi ed esemplificativi
casi di “imbroglio ecologico”.
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Il primo riguarda proprio il
mare. Come vengono
indicate le zone balneari (termine già “raccapricciante”…il mare è solo
strumento di balneazione…) cosiddette “pulite”? Con le Bandiere blu!
Chiunque abbia mantenuto un minimo di consapevolezza, leggendo l’elenco
delle bandiere blu non si sognerebbe mai di considerare quelle zone come
le più attraenti dal punto di vista naturale. Ed infatti la “bandiera blu”
non tiene conto dell’integrità naturale del luogo, ma di ben altri
parametri (servizi fruibili…cioè possibilità di consumare facilmente,
senza dover “faticare”, la merce in questione, cioè…il mare). Così
troviamo la bandiera blu assegnata a Pozzallo…
Al di là dell’imbroglio ecologico, è ancor più grave l’inganno
culturale, che ci spinge ad accettare e riconoscersi nel ruolo di
semplici consumatori anche di ciò che merce non è, o non dovrebbe
essere. |
E che dire dei “pacchetti” di turismo ecologico,
interpretato come una attività equa e responsabile, proposti sempre più
spesso dalle agenzie di viaggio? In realtà si tratta solo di un escamotage
per aiutare un settore (quello del turismo di massa) che calamita
giustamente critiche sempre più pesanti dai settori meno legati
all’economia turistica. L’aiuto allo sviluppo dei paesi visitati è un
falso alibi: a parte che solo una minima quota del costo del viaggio va al
paese ospitante, si contribuisce alla corruzione della cultura e del
tessuto sociale delle popolazioni visitate; inoltre, anche gli ambienti
naturali soggetti a “turismo” non possono non subire un progressivo
degrado.
Andando a toccare argomenti più “pesanti” dal
punto di vista del modello di sviluppo in auge, e quindi sempre più
mistificati, parliamo del MITO del secolo XX: l’automobile. Qui la truffa
non ha limiti, né di tempo né di quantità di raggirati. L’automobile è
tra i principali responsabili delle catastrofi ambientali prossime
annunciate e dell’aumento esponenziale delle malattie respiratorie nei
centri urbani (soprattutto per i bambini). Questo suo potenziale tossico
e negativo viene utilizzato costantemente per spingere i consumatori (noi
tutti) ad aggiornare periodicamente il parco auto, in modo da permettere
ad un’industria (altrimenti agonizzante) di rimanere florida. Perché
comprare un’auto nuova? Visto che non è più sufficiente (dati i costi del
prodotto da vendere) il battage pubblicitario, si ricorre alla
coercizione: se non si ha l’ultimo modello non si circola nei giorni di
chiusura al traffico, addirittura non si circola in certe aree e così via. |

foto tratta da:
http://www.ilblogdeimotori.com |
Stesso discorso è stato fatto con
l’introduzione delle marmitte catalitiche (ricordate? Ci dicevano che così
si sarebbero risolti i problemi legati alla qualità dell’aria…e infatti
sono aumentati notevolmente gli inquinanti cancerogeni – benzene,
idrocarburi policiclici
aromatici…però effettivamente il piombo non c’è più…solo che il piombo era
sì velenoso, ma non cancerogeno). Insomma, euro 4 inquina meno di euro 3 e
così via…nessuno dice che bruciare combustibili fossili inquina sempre e
comunque, e quindi…

Centrale nucleare
foto
tratta da
http://altrenotizie.org/alt/images/news/nucle.jpg |
Procediamo nella scalata ai temi più importanti
per il sistema economico…e arriviamo alla questione energetica e, tema
attualissimo, alle centrali nucleari. Su questa tema la mistificazione ha
raggiunto livelli ammirevoli (e aberranti…): dopo anni di bombardamento mediatico sul riscaldamento globale, la dipendenza dal petrolio e
l’innocuità delle nuove centrali nucleari si è arrivati alla stoccata
finale: le centrali nucleari si devono fare! Non ci sono
alternative. E una popolazione stanca, distratta e (diciamolo) in gran
parte ignorante è pronta a comprare il prodotto; comprare è la parola
giusta, dato che le centrali si costruiranno con i nostri soldi! Ma dov’è
“l’imbroglio”? I problemi relativi allo smaltimento delle scorie
radioattive sono sempre irrisolti, le centrali nucleari utilizzano
uranio (che l’Italia non ha, quindi la dipendenza dal petrolio
diviene dipendenza dall’uranio) e, soprattutto, 4-5 centrali
nucleari produrrebbero (tra 15 anni, se va bene) non più del 10% del
fabbisogno energetico italiano. |
In compenso pagheremo vagonate di soldi ai soliti
“amici degli amici” per progetti e (forse) realizzazioni. Forse, perché il
sospetto che ciò che conti è pagare i progetti (il ponte sullo Stretto
insegna) senza poi procedere con la realizzazione è molto forte. Con pari
investimenti si potrebbero dotare gran parte delle abitazioni, fuori dai
centri storici, di pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua; si
avrebbe un risparmio superiore al citato 10% dei consumi previsti, non si
creerebbero grossi problemi ambientali (e di ordine pubblico…) ma, questo
è vero, le vagonate di soldi cambierebbero binari…

"
Ecologia", foto di
Danilo Prudêncio Silva
tratta da
http://commons.wikimedia.org/wiki/Image:Ecologia.jpg
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Giungiamo infine alla summa di tutti gli
“imbrogli ecologici”: lo sviluppo sostenibile. Tutti i movimenti
ambientalisti, i partiti più o meno verdi e, oramai, persino i partiti di
governo ripetono ai quattro venti che occorre attuare lo sviluppo
sostenibile. Quale inganno! Sviluppo equivale, nel lessico politico e
comune, a sviluppo economico; come si può pensare ad uno sviluppo
ulteriore, che non avrebbe mai fine (pena lo spettro della recessione),
utilizzando risorse finite? Senza contare i popoli che questo sviluppo lo
hanno da poco iniziato o ancora lo devono iniziare. Le tecnologie sempre
più sofisticate e meno inquinanti non attenuano i danni prodotti da un
modello economico basato sul consumismo e sull’esaurimento progressivo
delle risorse naturali. Lo sviluppo sostenibile è solo uno slogan
finalizzato a mantenere i profitti e ad evitare il cambiamento delle
abitudini, per questo è esattamente ciò che la popolazione vuole sentire:
si può continuare così, basta solo qualche piccolo aggiustamento di
rotta…come dice Beppe Grillo: “verso la catastrofe con ottimismo”.
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Cosimo Alberto Russo
2 giugno 2008

Riferimenti:
·
“L’imbroglio ecologico”, Dario Paccino, Einaudi, 1972
·
“I limiti dello sviluppo”, autori vari, Mondatori,1972
·
“Il rifiuto”, G.Toraldo Di Francia, einaudi,1978
·
“Un pianeta da salvare”, Lester R. Brown e altri, Franco
Angeli,1992
·
www.decrescita.it
·
www.wwf.it
·
Roma, 16 - 17
giugno: Strategie per un Pianeta sostenibile.
Si terrà all'Auditorium di Roma il 16 e 17 giugno "Strategies for a
sustainable Planet", Conferenza internazionale nell'occasione del
centenario della nascita di Aurelio Peccei, fondatore del Club di Roma, e
del 40° anniversario del Club di Roma.
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