“I Fuoriscena” di Claudia Gafà al Teatro
Donnafugata di Ragusa Ibla
di Giuseppe
Nativo |
 |
Un lungo, scrosciante e caloroso applauso ha suggellato la conclusione
della recente serata teatrale dedicata alla mise en space della
professoressa Claudia Gafà dal titolo “I Fuoriscena (il barbone che abita
in noi)”. Si tratta di un evento, inserito nell’ambito della stagione
teatrale 2007/2008, svoltosi nella splendida cornice del Teatro
Donnafugata, piccolo gioiello di architettura settecentesca nel cuore del
centro storico dell’antica Ragusa. L’iniziativa, proposta ed organizzata
dal “Gruppo Teatro Danza Ludens” di Ragusa, è stata seguita da un numeroso
ed attento pubblico che ha apprezzato l’ideazione coreografica predisposta
con perizia dalla Gafà, responsabile del coordinamento e direzione
artistica della rappresentazione scenica che ha visto una magistrale
interpretazione gestuale e musicale dei giovani interpreti.
Il “Teatro Danza” nasce nel capoluogo ibleo nel 1987 sotto l’egida della
Gafà, docente con maturata esperienza nell’insegnamento di “educazione
fisica” nelle scuole medie di secondo grado, la quale introduce un
apposito laboratorio teatrale seguito da tanti giovani talenti che,
assecondando la loro passione per il teatro, seguono anche lezioni di
danza. Il teatro-danza non è solo parola e immagine ma anche emozione che
deve confluire in un’equilibrata padronanza del gesto e del movimento come
espressioni di sensazioni e di impulsi emotivi. Il teatro è anche una
dimensione in cui gli umori dell’anima sono immersi in un rapporto
armonico che si colloca tra verità e menzogna, tra realtà e fantasia. |
Tema principe della serata è stata la problematica che ruota attorno a
quelle persone emarginate da una società ricca di valori vuoti nella loro
intima essenza, ovvero quella fascia sociale guardata da tutti con
preoccupazione: i barboni, che soffrono quotidianamente una condizione di
disagio, i “Fuoriscena” come li ha voluti chiamare Claudia. I “Fuoriscena”
sono persone senza dimora e che, giornalmente, provano sulla loro pelle la
carezza del freddo pungente, il selciato sotto la schiena, l’umidità,
l’incertezza che piova da un momento all’altro, la paura di svegliarsi
derubati. “Sono persone rifiutate dagli altri o che rifiutano gli altri” –
puntualizza la professoressa Gafà, raggiunta nei camerini dopo lo
spettacolo – “persone che non sanno stare sulla scena della vita. Non sono
né belli, né ricchi, né bravi. Si agitano con rabbia, dolore, stupore.
Combinano guai, fanno del male, si fanno del male. Per la nostra società
sono un problema: depressione, ansia, follia, impotenza, violenza”. E sono
proprio queste le caratteristiche che la Gafà ha voluto mettere in
evidenza sul palcoscenico. |

Un momento dello spettacolo "I Fuoriscena"
(foto di C. Gafà)
Nasce così una interpretazione gestuale del vissuto affidata ai danzatori
del “Gruppo Teatro Danza Ludens” che si sono calati nei panni dei “senza
tetto” costretti a spendere la vita nel disagio e cercando lo stratagemma
per arrivare a fine giornata. I barboni sono anche appellati “invisibili”,
pur trovandosi quasi ad ogni angolo della strada. Eppure, a guardarli da
vicino, non sono dissimili dai passanti anche loro immersi nella loro
quotidiana e frenetica follia urbana. Nella rappresentazione scenica il
dramma dei “Fuoriscena” è rappresentato attraverso la danza che diventa
ricordo, pensiero lontano che abita il corpo e che non affiora più con le
parole. Tra reale ed irreale si dipana la coreografia scandita dal ritmo
incalzante dei brani che fanno da commento musicale alla vicenda scenica.
Piccoli gesti-suono si inseguono, si muovono, danzano, vivono. Gesti che
fanno affiorare ricordi o che catapultano in una non realtà. Sta proprio
in tutto ciò la sensibilità artistica della Gafà che è riuscita a far
vibrare l’animo artistico dei suoi bravi danzatori attraverso le
trasformazioni di un corpo in equilibrio tra l’essere soggetto ed oggetto
della danza.
Giuseppe
Nativo
Ragusa, aprile 2008 |
Home Page
|