Fumetto e Didattica

Su Fumetto e Didattica convegno "fumetti e didattica" Francesco Cusumano

 

                        Il "Museo del Fumetto" di S. Croce Camerina ha promosso un interessante Convegno regionale sul tema "Fumetti e Didattica", che si svolgerà il 1° e 2 dicembre prossimi. Sull'iniziativa e sul Museo, pubblichiamo di seguito due articoli di Giuseppe Nativo.

Locandina del Convegno "Fumetto e Didattica"

 

 

Alcune testate di famosi fumetti

 

 

L'architetto Giuseppe Micciche', fondatore del "Museo del Fumetto" di S.Croce Camerina (RG)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le “nuvole parlanti” si danno appuntamento a S. Croce Camerina

 

 Fumetti e Didattica

 

Dal 1° al 2 dicembre importante convegno su “Fumetto e didattica” promosso ed organizzato dal Museo del Fumetto

di Giuseppe Nativo 

 

“Per tutti i diavoli, che mi siano ancora alle costole?”. Corre l’anno 1948. Inizia così la lunga carriera, percorsa da continui successi, del personaggio di Tex che ha fatto vivere “svaghi proibiti” a tantissimi giovani, oggi cinquantenni. Fino a pochi lustri or sono il fumetto era considerato una lettura poco “colta”, un passatempo di serie “B” rispetto ai “classici” della letteratura. I fumetti, oggi, fanno parte del normale “consumo quotidiano”, alla stessa stregua del cinema e della televisione, acquisendo pieno titolo per essere inclusi nella cultura moderna come una “componente predominante della psicologia umana”. A pensarci bene, essi presentano alcune curiose caratteristiche che possono inquadrarsi nella “storia delle culture”. Il fumetto inizia come “arte popolare d’avanguardia”. Disegni e parole non soltanto coesistono, ma si compenetrano. Da un lato la parola che, oltre ad esporre con dialoghi, pensieri e commenti, è volta a manifestare voci, suoni, rumori e, soprattutto, si adatta ad essere “disegnata”, dall’altro il disegno che non solo illustra, ma si adatta facilmente alla sequenzialità delle tavole a fumetti acquistando un linguaggio vero e proprio: una sorta di “semantica del fumetto”.

Il fumetto, sin dai suoi primi vagiti (il 1896 segna la data di nascita dell’industria del fumetto con l’apparizione delle prime strips di Yellow Kid, un ragazzino pelato, orecchie a sventola e con addosso un enorme camicione, sul supplemento domenicale del quotidiano New York World), si presenta come una innovazione nella storia della iconografia e della narrativa con un aspetto che, a linee larghe, potrebbe essere definito “double-face”: da un lato l’approccio “selvaggio e provocatorio” di Yellow Kid e dall’altro le raffinatezze pittorico-oniriche di Little Nemo (bambino americano di 5 anni, nato nel 1905 dalla penna di Winsor McCay, che ogni notte intraprende avventure sconfinanti nell’impossibile). Negli anni successivi il fumetto si “assesta” senza presentare ambizioni avanguardistiche. Nascono e imperversano personaggi come Superman o l’Uomo Mascherato, Mandrake o Mickey Mouse che, indubbiamente, affascinano intere generazioni di ragazzi. Oggi si ravvisa una terza fase caratterizzata da un fumetto che è sospinto di nuovo sulla via dell’avanguardia. Il primo passo si è compiuto qualche decennio addietro quando dalla carta stampata, rappresentata dal fumetto inteso in modo classico, si passa ad una nuova metodologia di fare fumetto sfruttando lo sviluppo dei nuovi media: la televisione, che introduce l’animazione dei personaggi. Con l’avvento dell’animazione si rileva la necessità di apportare delle caratteristiche nuove e coinvolgenti rispetto alla forma originaria del fumetto. L’animazione tridimensionale, le nuove musiche e le sonorità sostituiscono l’apparizione sistematica del suono onomatopeico figurato giustificando il passaggio al nuovo media. L’attuale sviluppo tecnologico ha creato nuovi media e nuovi strumenti di comunicazione con caratteristiche innovative. Uno di questi nuovi settori di sviluppo della comunicazione è Internet. Inizia un altro tipo di esperienza: il fumetto viene pubblicato in rete. Nel caso del Web la prima caratteristica che viene sfruttata è l’interattività che non si riscontra nel comic book (fascicolo contenente, in genere, un episodio completo di un personaggio; il corrispondente – ma non del tutto equivalente – termine italiano è quello di albo) né nel mezzo televisivo. E’ ciò che sta accadendo presso l’americana Marvel, editrice dei famosi Supereroi come l’Uomo Ragno, i Fantastici Quattro, Capitan America, Devil, Thor e molti altri. La Marvel ha immesso nel suo web-site migliaia di storie dei suoi eroi. Da un punto di vista della ferrea e crudele logica di mercato ciò comporterà sicuramente una riduzione nelle vendite dei fumetti in forma cartacea con notevoli problematiche che appesantiranno l’approccio economico dei punti vendita. Tuttavia la rete offre uno spazio virtualmente illimitato per le pubblicazioni amatoriali che nel web potrebbero ritagliarsi una giusta visibilità non facilmente ottenibile nell’editoria tradizionale. Inoltre attraverso i link (in una struttura ipertestuale, collegamento che associa a un elemento di informazione un’altra informazione ad esso correlata) si possono creare circuiti tematici non vincolati da problematiche di carattere economico o editoriale (problematiche presenti nei supporti cartacei), mentre l’interazione diretta e immediata con i lettori (ad esempio attraverso forum, chat e mailing-list) potrebbe rendere le risorse a cui accedere ancora più estese. Risulta, dunque, evidente che inserendo il fumetto in tale nuovo contesto cambia il rapporto che intercorre con il lettore, che da fruitore diventa attore. All’interno della rete il lettore, o meglio l’internauta, non sarà legato ad un rigido schema discorsivo, ma potrà sfogliare le proprie pagine, scrivere i propri percorsi nonché scegliere dove andare.

Al di là della valenza comunicativa e/o interattiva, il fumetto possiede certamente una sua valenza didattica in quanto riesce a veicolare messaggi di alto contento storico-sociale o essere considerato nel suo valore artistico. Il fumetto fa parte di quella “letteratura disegnata” intesa come strumento culturale in cui vanno a confluire obiettivi didattici, quali il recupero di conoscenze storico-grafiche e, non ultimo, lo studio di tendenze, pensiero ed evoluzioni di una memoria stratificata nel tempo che può essere letta attraverso le avvincenti storie dei fumetti. Insomma una problematica tutta da affrontare con gli operatori culturali.

“Il futuro del fumetto” e “Fumetto e didattica” sono i temi che saranno trattati nel corso del 5° Convegno sul fumetto che si terrà l’1 e 2 dicembre a Santa Croce Camerina (Rg). A proporli, attraverso illustri relatori (F. Spataro, docente di Scienze della Comunicazione all’Università di Catania; L. Corteggi, art-director della Editrice Bonelli e da decenni apprezzato protagonista nel campo del fumetto) è l’Associazione Culturale Xanadu che gestisce il “Museo del Fumetto” (www.museodelfumetto.net), una realtà unica in Sicilia, che ospita diverse migliaia di “pezzi” storici tra albi, giornalini e periodici per un arco temporale che va dai primi anni del Novecento sino ai giorni nostri.

 

                                                                               Giuseppe Nativo

 Novembre 2007

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Importante anniversario per il "Museo del Fumetto" di Santa Croce Camerina

Sette anni fra le nuvole parlanti*

di Giuseppe Nativo

 “I fumetti hanno sempre la vocazione di narrare gli attimi privilegiati di personaggi immaginari destinati a vivere un eterno presente. La struttura della narrazione si fonda su un’armonica sutura di suoni e di immagini”. Questo scriveva Oreste Del Buono sul mitico “Europeo” oltre trent’anni fa per dire che il fumetto fa parte di quella “letteratura disegnata” intesa come veicolo culturale in cui vanno a confluire obiettivi didattici, quali il recupero di conoscenze storico-grafiche e, non ultimo, lo studio di tendenze, pensiero ed evoluzioni di una memoria stratificata nel tempo che può essere letta attraverso le avvincenti storie dei fumetti.

Sulla base di tali considerazione nasce, nel 2000, a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, il “Museo del Fumetto Xanadu” fondato dall’architetto Giuseppe Micciche'. Impegnato da diversi anni nella raccolta, selezione e conservazione dei variegati esemplari di fumetti, l’arch. Micciche' è riuscito ad implementare l’archivio storico del Museo arricchendolo di materiale (raccolte e collezioni) reperito da ogni parte d’Italia. La struttura museale, presente anche su rete internet, unica nel suo genere in Sicilia ed una delle pochissime in Italia, con i suoi 150 mq di esposizione permanente, presenta al suo interno – in modo ampio ed esaustivo – un percorso storico del fumetto che abbraccia un intervallo di tempo che va dagli inizi sino ai giorni nostri.

Attraverso le varie sale si può avere una visualizzazione del materiale cartaceo che, suddiviso in base alle diverse case editrici, parte dal periodo anteguerra con case editrici simbolo (Nerbini, Mondadori, Universo, Vecchi) ed altre, dalla vita commerciale abbastanza breve, che hanno dato vita a personaggi e testate quali (per citarne alcune) Topolino, L’Avventuroso, Intrepido, Il Vittorioso, Il Corriere dei Piccoli. Nel dopoguerra, sebbene le difficoltà del periodo, sorgono altre case editrici tra cui l’Editrice Audace (divenuta in seguito “Bonelli”), la Victory, la Ventura e relativi personaggi o testate quali: Tex, Miky, Blek, Tarzan, Monello, Albo dell’Intrepido e tanti altri. Per la gioventù dei primi anni del dopoguerra i giornalini sono una forma di “cultura alternativa” al di fuori di quella scolastica. Talora i genitori, supportati dalla cultura dell’epoca, costituiscono un forte ostacolo per una “serena” lettura dei fumetti che, non di rado, vanno al macero. E’ una lotta senza quartiere ma perdente, come dimostra l’enorme quantità di esemplari sopravvissuti. In questa lotta si inseriscono le case editrici riducendo il formato degli albi ed introducendo così il formato striscia, avuto riguardo anche alla scarsità della carta che favorisce tale processo.

Le caratteristiche didascalie in calce a ciascuna vignetta vengono sostituite dalle “nuvolette”, simili a sbuffi di fumo, utilizzate per riportare il dialogo tra i personaggi. A seconda del tratto che ne definisce i contorni, la nuvoletta può esprimere un discorso parlato o pensato, o ira, o paura. Spesso sono utilizzati segni con chiare funzioni onomatopeiche (Gulp!, Sigh, Sob, Boom!). Dalle “mini” storie, molto schematizzate degli anni ’30 e ’40 si passa a quelle più articolate dei decenni successivi. Negli anni ’60 e ’70 una buona parte dei fumetti è a colori, mentre è già in fase avanzata l’integrazione degli eroi “importati” dall’estero con quelli “nostrani”. E’ il momento dei “Supereroi” come l’Uomo Ragno, Devil, i Fantastici Quattro, ma anche di testate come Linus, Eureka, Diabolik e Alan Ford che si affermano nel mercato fumettistico. Il “periodo moderno” (anni ’80 e ’90) è contraddistinto da una miriade di case editrici che durano, non di rado, lo spazio di un miserere. Su tutti, due fenomeni s’impongono all’attenzione dei mass-media: i “Fumetti Giapponesi” e la “Bonelli”, leader oggi in Italia, che con il suo capofila Tex – pubblicato ininterrottamente da più di cinquant’anni - ha raggiunto vertici abbastanza alti di lettori.

“Il fumetto” – come sottolinea l’architetto Micciche' in una delle piacevoli conversazioni intrattenute con la Redazione di Insieme – “è una forma espressiva che, coniugando letteratura, lingua e disegno, dà più di altre forme di comunicazione in quanto in grado di raggiungere qualsiasi uomo di qualunque età e cultura, graduando solo l’intensità e la qualità del messaggio. Esso nasce, muore, rinasce con sorprendente vitalità, seguendo mode e aspirazioni, alla ricerca del dialogo con il pubblico”. Un dialogo che viene garantito anche dalla tenacia e dal costante impegno profuso dalla moglie Lina.

                                                                           Giuseppe Nativo

 

* Articolo pubblicato sul quindicinale "Insieme", n.441 del 1° marzo 2007, pag.5.

 

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Ultimo aggiornamento: 21 giugno 2011