Il
tuo più grande amico o nemico?
Te stesso!
di
Pina Pittari
Questo articolo tratta dell’autostima e dell’essere amici di se
stessi, anzi: il miglior amico.
Non è del tutto facile osservarsi, ma vale la pena fare uno sforzo e,
per questo, t’invito a prenderti alcuni minuti di riflessione e
riconoscere il grado d’intimità che hai nel rapporto con te stesso.
Forse alcune volte potrai identificarti come amico,
in
altri
momenti e circostanze come
conoscente
e,
perché
no?, anche scoprire di avere agito nei tuoi confronti come
nemico.
Per facilitarti questa riflessione ti offro alcuni spunti.
Per me un amico è
qualcuno che ti dà la mano
in un momento di difficoltà, una parola di sostegno quando ne hai
bisogno; ti può anche dire in faccia quello che pensa di te o di quello
che hai fatto per farti reagire; condivide con te momenti felici o di
divertimento…Insomma, un amico è colui con il quale puoi condividere
momenti brutti o felici, uno su cui puoi contare, a cui racconti i fatti
tuoi e ascolti quelli suoi, lo sostieni e ti sostiene...c’è
intimità, ti
vuole bene, ti accetta come sei.
Ti riconosci in un rapporto intimo di amicizia con te stesso? Con quale
intensità e accettazione?
Un conoscente invece
è
qualcuno con cui condividi alcuni momenti della tua vita, ma senza
intimità. Non conosci bene cosa sente, né come pensa
veramente, le maschere sociali sono sul volto e si accomodano in
rapporti cordiali ma superficiali, l’accettazione
è legata al rispetto delle norme sociali. In che grado tratti te
stesso in questo modo? Rifletti un poco su quanto ti permetti di vederti
senza maschere, di guardare le tue ombre e portarvi luce, di chiederti
se pensi in un modo, senti in un altro e agisci in un altro ancora,
totalmente diverso rispetto a come pensavi e/o sentivi.
Un
“nemico” è
quello che
sa qualcosa di te, forse conosce solo le tue ombre e le utilizza per
ferirti, non gli interessa conoscerti nella tua totalità, ti nega
qualsiasi opportunità, ti
segnala come colpevole delle sue disgrazie, vuole distruggere qualsiasi
gioia che puoi avere, ti blocca la strada del successo o le tue
iniziative, ti maltratta se può, ti alimenta i vizi... E’
qualcuno che non ti vuole bene, non ti accetta, ti scoraggia, ti induce
a fare cose che ti fanno male.
Hai
agito qualche volta in questo modo verso di te? In che grado?
La
cosa che di più colpisce è che, senza renderci veramente conto,
con molta frequenza ci comportiamo con noi stessi, alternativamente,
come amici-conoscenti-nemici.
Osservare
i tuoi rapporti interpersonali può fare chiarezza su questo tema,
giacché cosi come stabiliamo rapporti al nostro interno, lo facciamo
all’esterno. Mi auguro che ne trovi di più simili ai primi due e,
più raramente, al terzo tipo! Questo modo di osservare sarà
utile poiché ti permetterà di individuare, come in uno specchio,
quello che non riusciamo a vedere in noi stessi…
Pensa
per un attimo alle persone con le quali condividi un “rapporto di
amicizia” e guarda bene come gestisci i diversi tipi di rapporti. Fai
un elenco di quelli che consideri amici, un altro dei conoscenti e per
ultimo, i “non tanto amici”: con certe sfumature, il “nemico” lo
vediamo sempre nelle incomprensioni di quelle persone che ci stanno
attorno, sperimentando sentimenti dall’AMORE all’ODIO, passando nei
rapporti con queste persone dal quasi-equilibrio allo squilibrio, per
cercare di tornare al quasi-equilibrio.
Che
tipo di rapporti interpersonali stabilisci? Quale è lo scambio in essi?
Quando
non ci stimiamo, noi non ci accettiamo e siamo diffidenti verso noi
stessi; facilmente possiamo stabilire all’esterno rapporti di
dipendenza. Un
indizio di ciò può essere la frequenza con la quale aspettiamo dagli
altri l’approvazione, la parola di sostegno, la telefonata di saluto
e/o di compassione, la verifica di promesse fatte, mentre noi non siamo
capaci di sostenerci o non è abbastanza quello che ci diamo.
Un’altro
indizio di poca stima di sé, è agire solo per avere l’approvazione,
senza renderci veramente conto se è quello che vogliamo fare e ci fa
felici fare. Una persona con poca autostima è bisognosa di
approvazione, può
permettere al suo ego persino di “vendersi l’anima”
solo per avere l’approvazione, per ascoltare elogi e
riconoscimenti esterni, agisce con la pretesa di essere diversa da come
è, rimanendo così vuota: immagina un bicchiere senza fondo, puoi
versare in esso qualsiasi quantità di liquido, ma rimarrà sempre
vuoto.
Senza
autostima, quando i complimenti esterni e l’approvazione ci mancano,
il senso di solitudine e di
abbandono si appropriano di noi.
Sarai
allora d’accordo con me nel concludere che essere amico o nemico di se
stesso dipende dalla nostra
autostima.
Essa
è il “fondo del bicchiere”, anzi, molto di più che solo il fondo.
Per
acquistare autostima ci vuole
soprattutto
conoscersi,
accettarsi, essere se stessi. E se ci fosse qualcosa che non ci piace di
noi? In quel caso allora: sostenersi, guarire, trasformare ciò che non
ci piace di noi, essere auto compassionevoli (che è diverso da
commiserarsi: compassione significa accompagnarsi con passione).
Una
definizione di autostima è:
“Fiducia e soddisfazione di se stessi”. Le domande che sorgono a
questo punto sono: come conoscere te stesso? Come
arrivare a sentirti fiducioso e soddisfatto di te stesso? Come sentirti
realizzato? Come esprimere la propria personalità? Bob Mandel, nel suo libro“Regreso a sí mismo. Autostima
Interconectada”1,
ci dice:
“...lei non è un luogo, una destinazione, lei è un forma di
coscienza...”.
Quando ho letto quest’ultima frase, essa è rimasta come
un’eco nella mia mente invitandomi a riflettere, a capire cosa
significa essere una
forma di coscienza; le parole/pensieri che vi associo sono:
essere in contatto intimamente con me stessa, essere consapevole di chi
sono, di cosa sento/penso/faccio e di come quello che sento/penso/faccio
crea in me e in ciò con cui entro in rapporto; mi sono detta:
se sono una forma di coscienza, non posso fare altro se non essere me
stessa, consapevole di me, responsabile dei mie atti nei riguardi miei e
di tutto ciò che mi circonda!
Bob Mandel ci suggerisce un percorso
verso
l’autostima in nove passi. Voglio qui offrirti una breve sintesi di
questo percorso per tornare a se stessi, “a casa”. Quello che
leggerai di seguito è una mia traduzione e rielaborazione libera di
frasi prese dal libro al quale mi riferisco sopra1:
1.
Accetta te stesso. L’auto accettazione è alla base dell’autostima. Smetti di fare
giudizi, perdonati, dì no alle condotte compulsive, fai valere il tuo
vero Sé al di sopra di qualsiasi falsa identità come: “sono un
bugiardo”, “un falso”, “un incapace”, “sono colpevole”...
Accettarsi significa rispettarsi ed essere compassionevole verso se
stesso, soprattutto nei momenti in cui si osservano aspetti di sé che
si vogliono cambiare.
2.
Sii
tollerante con gli altri.
Quando ci accettiamo riusciamo ad essere più tolleranti con gli altri.
Questa tolleranza inizia a casa e si estende anche agli sconosciuti. La
diversità ci fa sentire minacciati, accettare la diversità negli altri
ci permette di essere tolleranti, ci apre la strada al perdono, anche
verso noi stessi. La tolleranza è cosa diversa dalla
sottomissione e dall’abuso, è accettare la diversità.
Se ci sentiamo sfidati dalla diversità, possiamo affrontarla anche
senza lotta, stabilendo le frontiere e non accettando le ingiustizie.
3.
Recupera
le parti di te che hai perduto.
Si riferisce all’utilità di seguire un tipo di percorso terapeutico
che permetta di renderci conto e integrare le parti di noi che sono
rimaste “a pezzi” nel tempo. Quanto possa durare questo percorso,
difficilmente è stimabile, i tipi di terapie sono tanti, c’è bisogno
di trovare quella adatta per ognuno di noi e, nel momento che il
benessere arriva, mettere fine al percorso di guarigione e decretare la
salute.
4.
Estendi
agli altri il tuo sostegno.
Condividere quello che si ha genera di più, lo aumenta. Se le persone
con le quali condivido stanno meglio, il mio benessere aumenta.
Sostenere non significa trasformarsi in uno schiavo della persona che
riceve il sostegno, non è sacrificarsi. Qui è importante capire che
quello che facciamo come sostegno, non deve portare a presentare
“fatture”, si fa per il solo piacere di farlo, di condividere, per
amore, perché dà pace. Il pericolo nel dare sostegno è adottare un
atteggiamento non conveniente, come quello di “farsi carico”,
controllare l’altro, manipolarlo. Se non abbiamo autostima, possiamo
cadere nell’errore di sostenere cercando amore in cambio.
5.
Crea
un’immagine positiva di te stesso.
Tu puoi solo controllare quello che pensi su di te e sugli altri, non
puoi controllare quello che gli altri pensano di te ed è inutile
preoccuparsi per questo. Per migliorare la nostra immagine possiamo
utilizzare diverse tecniche e il potere del pensiero positivo, nelle sue
più diverse forme: affermazioni, visualizzazioni, suggestione ipnotica.
Tutto ciò può aiutarci nel creare una immagine positiva di noi, ma non
basta, giacché è necessario sentire e agire conformemente, non
lasciarla nella mente come un’illusione o una fantasia su se stessi.
6.
Riconosci
gli altri.
Riconoscere se stesso è la cosa più importante, riconoscere gli altri
è un modo per appoggiarli. Criticare, specialmente alle spalle, è
controproducente...quello che va, ritorna!
7.
Trova
il tuo luogo sacro.
Avere una vita spirituale, a prescindere dalla religione, ci permette di
trovare un luogo sacro dentro di noi stessi, dove ci possiamo sentire
avvolti nell’amore universale.
8.
Rispetta
il luogo sacro degli altri.
C’è la divinità in tutto ciò che vive, quando riconosciamo in noi
la divinità è più facile riconoscere la divinità in tutti gli altri
e in quello che ci circonda.
9.
Scopri
l’allegria dell’umiltà.
Senza umiltà corriamo il rischio di rimanere impantanati nell’egoismo
spirituale. L’umiltà si compone di diverse parti, tra le quali la
gratitudine, il fare una vita di servizio con senso di pienezza e
gratitudine per la vita, di sentirsi così innamorato della vita che si
vuole condividere con il mondo. L’umiltà non ha niente a che fare con
un senso di superiorità o con l’orgoglio della vana “spiritualità”.
Helen Nielson ha detto: “L’umiltà è come la biancheria intima: è
essenziale, ma è improprio e indecoroso mostrarla.”
Ricordati
:
Accetta
te stesso nel percorso del tuo viaggio
Sii
tollerante con gli altri mentre fanno il loro percorso
Guarisci
il danno fatto alla tua anima
Estendi
il sostegno agli altri
Crea
una immagine di te stesso positiva
Riconosci
gli altri
Scopri
il tuo luogo sacro
Rispetta
il luogo sacro degli altri
Scopri
l’allegria dell’umiltà.
Tempo
fa ho iniziato questo viaggio verso la mia stima e oggigiorno il mio
bilancio è positivo: sono la mia miglior amica e riesco a offrire di me
stessa più di prima, con una maggior qualità nei miei rapporti.
Ti
auguro un felice e dolce “ritorno a casa” e la crescita della tua
amicizia con te stesso. Ti ringrazio per il momento che attraverso la
lettura di questo articolo abbiamo passato insieme.
Pina
Pittari
giugno
2005
Nota: 1. Bob
Mandel, “Regreso a sí mismo.
Autostima Interconectada”, Editorial Kier S.A., Buenos Aires,
2001 (titolo originale: “Return to Self”, Bob Mandel, 2000).
Per chi
volesse approfondire il tema, segnaliamo il sito ufficiale di Bob Mandel
e del Progetto Internazionale di Autostima: www.bobmandel.com |