Ti propongo un esercizio che ti
permetterà di prendere consapevolezza del tuo atto respiratorio: osserva
la tua inspirazione e l’espirazione, renditi conto della durata di ogni
fase, se blocchi l’inspirazione o fai sforzo durante l’espirazione;
oppure: inspirazione ed espirazione avvengono facilmente, liberamente,
senza tensioni?. Ora smetti di leggere e fai l’esercizio, dopodiché
continua con la lettura.
L’atto respiratorio dovrebbe essere proprio
cosi: inspiriamo aria ricca di ossigeno, espiriamo aria carica di anidride
carbonica; di nuovo inspiriamo, espiriamo, continuamente, senza pause,
cosa che facciamo mentre dormiamo o siamo rilassati. Potete osservare
questa respirazione anche nei bambini e negli animali; il ritmo della
respirazione e la profondità varia a secondo del nostro stato
fisisco-emotivo-mentale.
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Il ritmo della respirazione
è automatico ma i muscoli coinvolti sono volontari e ogni loro
contrazione è stimolata da impulsi nervosi, la frequenza
respiratoria è determinata soprattutto dalla quantità di anidride
carbonica che è necessario espellere dall'organismo:
• un
livello elevato di diossido di carbonio indica un aumento
dell'attività cellulare e quindi un maggior fabbisogno di ossigeno;
• i
recettori nervosi reagiscono ordinando un'intensificazione del ritmo
e della profondità del respiro. |
La nostra respirazione cambia a secondo
dell’attività che facciamo e/o al nostro stato psicologico, emotivo o di
salute. Se siamo rilassati, la nostra respirazione è profonda e meno
frequente, in uno stato di stress, fisico o emotivo, la respirazione si fa
corta (meno profonda) e la frequenza aumenta.
Nella vita quotidiana siamo presi molte
volte dalla fretta, il lavoro stressante, i rapporti interpersonali non
sempre armonici, ruoli impegnativi, ecc., tutti fattori questi che, quasi
sempre, aumentano la tensione fisica ed emotiva, facendoci contrarre e
trattenere il respiro molte volte o inducendoci a una respirazione solo
toracica, poco profonda e con molti momenti di apnea. E’ cosi che il
nostro corpo soffre le conseguenze di una respirazione poco efficiente,
essendo possibile anche provare disturbi come confusione mentale, capogiri
ed altri, anche più sgradevoli, associati a problemi come attacchi di
ansia, ecc..
Come ho già accennato i muscoli coinvolti
nell’atto respiratorio sono volontari e questo significa che possiamo
anche allenarci ad utilizzarli e cosi avere una migliore respirazione.
Ti propongo un altro esercizio:
Venti Respiri Connessi (VRC)
I passi da seguire per questo
esercizio sono:
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prendere quattro respiri
corti, |
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alla fine di ogni gruppo di
respiri corti, un respiro lungo, |
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fare l’inspirazione e
l’espirazione preferibilmente con il naso, |
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eseguire quattro respiri
corti e uno lungo per quattro volte, senza fermarsi. |
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Provaci ora e vedrai che solo pochi secondi
di respirazione consapevole rinfrescano l’energia del corpo e della mente.
E’ questo proprio uno dei motivi per i quali mi riferisco alla
respirazione come “Ovvia ma potente”!

Il respiro ci connette alla vita. Senza la
respirazione il nostro corpo morirebbe di soffocamento e avvelenamento
tossico.
La respirazione è responsabile del 75%
della funzione escretoria del corpo, ma molte persone hanno una
respirazione poco efficiente.
Tutti noi appena nati sapevamo respirare,
eravamo naturali, ma la respirazione si modifica a causa di:
- posture inadeguate,
- traumi subiti,
- emozioni non portate a
livello cosciente
e non gestite
adeguatamente.
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Il
respiro psicologicamente ci riporta al tema del dare e dell’avere,
così come prendiamo aria, allo stesso modo siamo aperti ad “avere”,
ricevere; nello stesso modo nel quale buttiamo fuori l’aria nella
espirazione, in quel modo “diamo”. Respirare implica lo scambio tra
il mondo interno e quello esterno (cellulare, biochimico, ecologico,
psichico, ecc.). Il nostro respiro può rivelare aspetti personali:
chi siamo e come viviamo. Il respiro può svelare eventuali
resistenze e blocchi emozionali. |
Respirare bene si traduce in: vitalità,
salute e benessere a livello fisico, emotivo, mentale e spirituale. La
respirazione può essere usata per ottenere benessere psicofisico, ad
esempio per: rilassarsi, centrarsi, acuire l’attenzione su qualcosa o su
se stessi per ascoltare le proprie emozioni ed incanalarle. Può anche
essere utilizzata per combattere lo stress e gli attacchi di ansia e
panico.
La respirazione viene utilizzata in diversi
modi a secondo degli obiettivi che si perseguono. Ogni terapia, percorso o
tecnica, può richiedere un modo diverso di respirare. Un percorso di
auto-consapevolezza che utilizza la respirazione è il Rebirthing, di qui
parlerò nel seguito di questo articolo.
Il
Rebirthing
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Sviluppato da Leonard Orr negli anni ’70, è un percorso che utilizza
la “Respirazione Circolare Cosciente”. La “respirazione circolare” è
quella che avevamo appena nati e che oggi facciamo in modo
automatico, mentre dormiamo o mentre siamo molto rilassati. Questo
modo di respirare, senza pausa tra l’inspirazione e la espirazione,
scatta automaticamente anche in altre situazioni della nostra vita
nelle quali abbiamo un gran bisogno di ossigenare il nostro corpo,
ad es.: in momenti di grande ansia, durante una corsa, ecc. Nel
Rebirthing utilizziamo la respirazione circolare sostenendola a
volontà per un tempo che va da 30 minuti a un’ora; per questo viene
chiamata “Respirazione Circolare Cosciente”. |
Essa apporta i benefici fisici di una
ossigenazione continua delle nostre cellule, amplia lo stato della
coscienza, ci rende consapevoli delle emozioni, pensieri e memorie che
sono state registrate specialmente durante il periodo perinatale e
nell’infanzia e che sono rimasti latenti nel corso della nostra vita, li
fa emergere per recuperarli e trasformarli.
Respirare ci connette con la vita,
l’abbiamo fatto dalla nascita, è cosi ovvia che la diamo per scontata, ma
è così potente quando si usa in modo consapevole, che dà luogo ad un nuovo
modo di pensare, alla volontà ed energia necessarie per avviare e attuare
i cambiamenti che ci porteranno a vivere meglio. La respirazione ci
connette con il nostro desiderio e impulso di vivere. Agisce su tutti i
nostri corpi: fisico, emotivo, mentale e spirituale.
Il Rebirthing osserva il periodo
perinatale.
Durante il periodo perinatale
(concepimento, gestazione e nascita), sperimentiamo emozioni e pensieri
che vengono registrati nelle nostre cellule e determineranno la nostra
vita in un modo involontario. La nascita è il nostro primo
successo-uscita, il primo grande cambiamento che sperimentiamo. La nostra
tendenza è a ripetere inconsciamente il “canovaccio” della nascita in
tutti i momenti cruciali della nostra vita: inizio della scuola, diploma,
laurea, il primo viaggio in aereo, il primo lavoro, sposarsi, ecc. Essere
consapevoli del nostro “canovaccio” ci permette di agire in modo cosciente
e non più indotti dalle forze del nostro “sistema di credenze non
consapevole”, formato specialmente durante il periodo perinatale e prima
infanzia.
Il pensiero crea. Agiamo in conseguenza di
come pensiamo che siano le cose e, ugualmente in conseguenza, si
manifestano i risultati. C’è una relazione di causa ed effetto che collega
il nostro pensiero con le nostre azioni che, a loro volta, sono il
prodotto della esperienza dei nostri vissuti. Abbiamo anche pensieri ed
emozioni dei quali non siamo del tutto consapevoli e comunque sono
soggetti allo stesso meccanismo azione/reazione e causa/effetto. Questa
catena sostiene e alimenta il nostro sistema di credenze. Nel Rebirthing
utilizziamo la capacità creativa del pensiero per cambiare il sistema di
credenze, specialmente attraverso la scrittura di frasi in positivo.
Rendersi consapevoli dei pensieri che ci limitano (sistema di credenze
negative) e trasformarli, contribuisce ad ottenere risultati positivi, a
cambiare il nostro sistema di credenze anche in positivo e a migliorare la
qualità della nostra vita.
La nascita e i rapporti.
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Le circostanze e il modo in cui siamo nati (parto normale, cesareo,
forcipe, ecc.) condizionano i nostri rapporti: con noi stessi, con
le persone e con il mondo in generale. Solo come esempio segnalo
brevemente due casi: i nati con “parto normale” e senza
complicazioni, generalmente sono persone con un carattere benevolo,
disponibile, ma potrebbero sentire la loro vita “piatta”, credono
che quello che a loro succede non sia “così importante” perché è
“normale”; i loro vissuti della propria vita sono scarichi di
dramma, un pensiero comune è: “non sono niente di speciale” e si
forzano per dimostrare il loro valore; in compenso spesso sono
indipendenti. Le persone nate con il “forcipe”, invece, di solito
hanno una vita travagliata, stabiliscono rapporti dolorosi fondati
sulla colpa, hanno difficoltà a chiudere i cicli, domandare aiuto
viene loro difficile perché temono il dolore; i propri vissuti della
vita sono pieni di dramma, possono stabilire rapporti di dipendenza. |
Ri-creare la vita
Prendere coscienza del nostro proprio
“canovaccio” della nascita, ci permette di fare le scelte di vita in un
modo diverso da quello “prescelto” e questa diventerà pure diversa.
Lasciandoci dietro i traumi della nascita, possiamo avere un migliore
rapporto con noi stessi e con il mondo che ci circonda.
Siamo esseri completi
Il Rebirthing é un percorso che ci può
portare a scoprire chi siamo veramente, ad agire nella vita con potere e
non come vittime, a stabilire un migliore rapporto con noi stessi e,
perciò, a migliorare il nostro rapporto con gli altri; ci permette di
scoprire che siamo degli esseri completi e con potenzialità illimitate.
Modalità delle sedute di Rebirthing
Anche se alla base del Rebirthing c’è la
respirazione, cosa che tutti facciamo, per sperimentare questo percorso si
consiglia di rivolgersi a un rebirther professionista. Il rebirther ci
insegna a respirare adeguatamente e ci accompagna durante il percorso,
sostenendoci e guidandoci, mette alla nostra disposizione strumenti che
stimolano l’auto-consapevolezza. Una persona a me molto cara, dopo aver
concluso il suo percorso, ha descritto il rebirther dicendo: “è
l’ostetrica(o) che favorisce la nascita dell’essere autentico che è in
noi” e io sono d’accordo.
Le sedute possono essere individuali o in
gruppo, sdraiati a terra o in acqua. Se individuali, si suggerisce di fare
“un ciclo di rebirthing”, che comprende almeno 10 sedute. Ogni seduta ha
una durata che oscilla da un ora e mezza a due ore. Le sedute di gruppo
vengono strutturate a secondo l’obiettivo da raggiungere e possono essere
seminari esperienziali di uno o più incontri.
Pina Pittari
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Il presente articolo riporta la conferenza che, con
lo stesso titolo, è stata tenuta dalla dott.ssa Pina Pittari l'8 aprile
2006, presso il Centro Servizi Culturali di Ragusa.
Altri suoi articoli sul nostro sito:
"Rebirthing:
un modo per divenire consapevoli e ri-creare la vita",
"Il tuo più grande amico o nemico? Te
stesso!" ,
Quale aspetto della tua vita ha per
te più importanza?
e
Avrei il mondo ai miei
piedi, se solo fossi…, sull'autostima,
e
"L'abuso di sé nella
ricerca dell'approvazione".
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