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Shanti Magazine Ottobre 2004


sito web:

www.centroyogashanti.org

“Nel
silenzio c’è libertà.

     
Nell’innocenza
c’è amore.

           
Nell’umiltà
c’è intelligenza.

                          
 
Vimala Thakar

 


YOGA:
LA VIA DELL’UNIONE

                                              
di
Pina Bizzarro

 

    
Da martedì 5 ottobre riprendono regolarmente le lezioni
a Ragusa e ritengo utile mettere in evidenza i punti focali che quest’anno
intendo curare. Tutti sappiamo l’importanza di decodificare il linguaggio
corporeo grazie all’ascolto consapevole delle sensazioni, per cui il primo
punto è quello che riguarda asana
e rilassamento.
Il secondo punto è certamente l’attenzione al
respiro. Il respiro come scambio cosmico, che rende possibile l’unione tra
l’interno e l’esterno del nostro corpo; il respiro che trascende i limiti
fisici. Padroneggiare il respiro per arrivare alla pratica di Pranayama, quelle tecniche
che consentono di controllare e aumentare l’energia, il
prana.
Da quest’anno, inoltre, con gli allievi che già mi seguono da
tre anni intendo dare più spazio alla meditazione finale; meditare su alcuni
passi delle Sacre Scritture e sperimentare il silenzio per invitare la mente a
trovare uno spazio di quiete. Ricordiamoci che secondo la definizione di Patanjali
lo Yoga è la cessazione delle fluttuazioni
mentali (yoga citta vrtti nirodha)
. E’ previsto anche un lavoro sui chakra
con l’utilizzo di musiche e bija mantra specifici, secondo lo schema
proposto da Gabriella Cella. Inoltre quest’anno cominceremo ad approfondire
i principi di Yama e Nyama che sono alla base del cammino yogico .

    
Yoga vuol dire riunire,
aggiogare.
Riunire cosa? Abbiamo già detto in un numero precedente di Shanti magazine che secondo l’interpretazione di Patanjali si
intende riunire tutte le energie per indirizzare la mente su un unico punto.
Sappiamo che ordinariamente la mente è dispersa in mille pensieri che
difficilmente consentono un certo grado di concentrazione. Per dominare la
mente occorre perciò molta energia e molta pratica. Oltre alla definizione di
Patanjali ci sono altre definizioni sul significato della parola Yoga. Secondo
alcuni testi teisti l’unione riguarda lo Spirito individuale con quello
Universale. Altri prendono in esame il tema della polarità. Quando un Essere
umano dice io, si isola da tutto ciò
che è al di fuori, tutto ciò quindi che è non-io.
Il nostro io ci lega inevitabilmente
al mondo degli opposti, che non si manifesta solo nel io-tu, ma anche in ciò che è esterno, in uomo e donna, buono
cattivo, giusto sbagliato, ecc. Il simbolo che la nostra associazione ha
utilizzato rappresenta chiaramente la dualità e la complementarietà degli
opposti. La nostra mente non fa altro che dividere costantemente la realtà in
unità sempre più piccole (analisi). Dietro la polarità sta l’unità,
quell’uno che tutto abbraccia e in cui riposano gli opposti non ancora
separati. Nel simbolo vediamo che questa unità è rappresentata dal cerchio
esterno che comprende i due opposti. In cerchio simboleggia l’infinito,
qualcosa senza inizio né fine. Simboleggia l’universo che per definizione
comprende tutto, per cui non può esistere nulla al di fuori di questa unità.
L’unità/universo è eterna pace, è puro Essere. Nelle Upanisad
questa realtà suprema è indicata sia con espressioni di tipo apofatico (neti
neti: né questo né quello),
sia con i termini di SAT-CIT-ANANDA. SAT 
(participio presente della radice as,
“essere”) è “Ciò
che è”, il reale.
Con  Sat
si indica perciò la Realtà unica che soggiace alla molteplicità dei
nomi e delle forme che costituiscono l’universo, così come l’argilla è
l’unica sostanza di cui sono fatti i vasi e gli utensili differenti fra loro
solo per forme e dimensioni (Chandogya-upanisad
VI, 1).
Il Sat è ciò da cui
tutti gli Esseri traggono la loro origine, ciò in cui sussistono e a cui alla
fine ritornano come i fiumi che si gettano in un solo oceano. CIT è l’atman, il Sé,
la “Coscienza” irriflessa che è
lume per sé risplendente, la “luce
delle luci” (Mundaka-upanisad II, 3,9).
Non è un dato
dell’esperienza, né un oggetto di conoscenza, poiché il
è ciò che rende possibile ogni conoscenza (il Sé quindi non deve mai essere
confuso con l’io frutto della
divisione duale). Il è il “testimone interiore” che “dimora
nella caverna del cuore”
, trascende ogni dualità, immutabile attraverso
il continuo mutare dei contenuti dell’esperienza e permanente al di là
della radicale impermanenza del mondo oggettuale (Bhagavad-
gita XIII).

    
ANANDA  è la beatitudine
che sta alla base di tutte le gioie e i piaceri dell’esistenza. I
piaceri infatti che possiamo sperimentare ordinariamente non sono che infime
particelle dell’Ananda supremo. A
differenza dei piaceri limitati e transitori Ananda
è eterno e infinito. Il nome derivante dalla composizione di Sat, Cit e Ananda (Saccidananda)
è uno dei più usati per riferirsi alla Realtà suprema anche nell’induismo
contemporaneo.

    
L’obiettivo dello Yoga è la
liberazione dalla sofferenza
. Il cammino è lungo, ma già nei primi stadi
possiamo verificare piccoli segnali che ci fanno intravedere la meta finale.
Nella mia brevissima esperienza di insegnamento ho potuto verificare come una
Signora che frequenta da due anni i miei corsi è riuscita a superare un
problema di insonnia che in precedenza era stato affrontato con terapia
farmacologia. Un altro Signore è riuscito ad avere più controllo nella sua
alimentazione e perciò ha smaltito alcuni chili di troppo. Un’altra persona
che aveva l’abitudine di assumere qualche bevanda alcolica, dopo alcuni mesi
di pratica yogica, si rifiuta di bere tutto ciò che contiene alcol, poiché
grazie all’ascolto del proprio corpo ha capito da sé la nocività di questa
sostanza. Certo, tutto questo è ben lontano dal Samadhi
(o il Nirvana buddista)
ma rappresenta un buon incoraggiamento per
procedere con fiducia in questo antico sentiero.

Om
shanti

 Pina
Bizzarro

 

 

L’ASANA

    
asana è collegata a tutte le
membra (asthanga) dello Yoga. In un
numero precedente avevamo già elencato queste 8 parti dello Yoga ma è utile
ripeterle anche per chi ci legge per la prima volta. Esse sono: Yama,
Nyama, Asana, Pranayama, Pratyahara, Dharana, Dhyana e Samadhi (astinenze,
osservanze, posizioni, controllo dell’energia vitale, dominio e superamento
degli organi di senso, concentrazione, meditazione,supercoscienza cosmica)
Queste
otto membra possono considerarsi sia come gradini, l’uno propedeutico
all’altro, e sia come parti intimamente intrecciate. L’asana
è parte delle pratiche dello stile di vita degli Yama e Nyama, poiché è un mezzo di auto-studio e auto-disciplina. L’asana
è una forma di pranayama perché
attraverso la giusta postura possiamo controllare il nostro prana (energia).
asana è una forma di dharana
perché attraverso essa possiamo concentrare le nostre energie. Infine l’asana
è una forma di meditazione perché la sua pratica corretta richiede che
manteniamo la nostra mente in uno stato di chiarezza e riflessione.

    
Le asana sono ovviamente utili in se
stesse per promuovere la salute e la vitalità e sono complementari nel
trattamento di molte malattie. Le asana alleviano lo stress e la tensione e calmano i nervi (ormai
sono diventati problemi comuni nelle nostre vite frenetiche).

    
Sono una parte importante in uno stile di vita salutare e hanno
un effetto sia sul piano fisico che psicologico.

 Per
questo motivo, le persone che non sono interessate alla dimensione spirituale
dello Yoga, possono comunque trarre
beneficio dalla pratica delle asana.

 p.b.


A


OGNUNO
IL SUO YOGA



di
Pina Bizzarr
o



Oggigiorno
la maggior parte di noi ha un’idea dello Yoga.
Lo Yoga è diventato una parte evidente della nostra variegata cultura,
tanto che tutti noi lo abbiamo incontrato in una forma o nell’altra. Yoga
come esercizio popolare di tendenza, Yoga
come terapia medica alternativa, Yoga come profondo cammino spirituale
alterano la nostra visione dello Yoga.
Per porre lo Yoga nella giusta
prospettiva cerchiamo di porci daccapo di fronte ad esso, in particolare
prendendo in considerazione il bisogno di applicarlo su base individuale.

    
Yoga,
abbiamo detto che è un termine sanscrito che significa “unire,
coordinare”. Si riferisce alla giusta interazione di corpo, mente e spirito
per dischiudere il nostro potenziale più elevato. Lo Yoga
prende le nostre capacità ordinarie e le estende in maniera esponenziale
aiutandoci a sviluppare una consapevolezza che va oltre i nostri limiti
personali. Lo Yoga usa il fondamento
corpo, le sue energie e la sua naturale intelligenza, per raggiungere la
sommità dello Spirito. E’ parte della millenaria ricerca umana per la
salute, la felicità e l’illuminazione che si rivolge all’essere umano
nella sua interezza. Perciò, non c’è da meravigliarsi che lo Yoga
stia acquisendo riconoscimento mondiale man mano che entriamo nell’età
planetaria della consapevolezza e dell’unità. Classi di Yoga
sono oggi  disponibili in ogni
città. Lo Yoga non è più qualcosa
di nuovo  o di straniero riservato
ad una elite di persone, com’era soltanto qualche anno fa. Nei media vediamo
sempre più immagini di persone che siedono in meditazione o mentre eseguono
qualche posizione. Termini prettamente yogici
come mantra, guru, shakti sono
usati nei giornali e nelle riviste.

    
Tuttavia lo Yoga è molto più che
un grande sistema di esercizi. Lo Yoga ha uno straordinario potenziale guaritore sia per il corpo che
per la mente. Lo Yoga si rivolge non
solo agli squilibri strutturali nel corpo, come problemi osteo-articolari, ma
anche disfunzioni organiche, inclusi disordini ormonali e del sistema
immunitario. Inoltre, in modo particolare attraverso i vari approcci
meditativi, lo Yoga aiuta a
risolvere alcuni problemi del sistema nervoso come tensioni emotive e alcune
difficoltà psicologiche come quelle derivate dallo stress.

    
Proprio per i suoi effetti curativi, lo Yoga
è strettamente legato all’Ayurveda, “la scienza della vita”. Yoga
e Ayurveda
sono scienze sorelle cresciute nell’antica India dalla stessa
radice. Entrambe riflettono un approccio dharmico
alla vita, una ricerca per  mantenere
tutti gli Esseri in armonia con le leggi benefiche dell’universo. Nello Yoga
le caratteristiche degli allievi sono di primaria importanza. Le pratiche non
vengono date meccanicamente “in massa”, ma adattate su base individuale.
Comprendere la nostra costituzione individuale, sia fisica che psicologica è
essenziale per curare noi stessi. Stiamo man mano riconoscendo che ogni
individuo è unico. Il cibo che è buono per una persona, anche se salutare,
può non essere buono per un altro. Anche le erbe e l’esercizio richiedono
un orientamento individualizzato e non possono funzionare allo stesso modo per
tutti i tipi corporei. Persino la meditazione, per essere veramente efficace,
richiede alcuni adattamenti individuali. Abbiamo capacità e potenzialità
fisiche, mentali e spirituali differenti che richiedono un orientamento
personale e appropriato per svilupparsi. Lo Yoga
e
l’Ayurveda contemplano le nostre tipologie mente-corpo in accordo
alle energie e agli elementi che predominano in noi –i tre dosha di Vata,
Pitta e Kapha
e i tre guna (qualità mentali) di Sattva,
Rajas e Tamas
. Nei prossimi numeri di queste pagine analizzeremo sia i
dosha che i guna.

Per
una salute ottimale abbiamo bisogno di una diagnosi individuale e di un piano
di trattamento individualizzati e di uno stile di vita che racchiude tutti gli
aspetti del nostro comportamento.

    
Per la diagnosi possiamo affidarci al Dott. Lisciani che
attraverso la lettura del polso individua con estrema

precisione
lo squilibrio energetico.

    
Su questa base possiamo elaborare una pratica di Yoga individuale.   

    
In questi giorni sto lavorando alla mia tesi dal titolo “Asana e Pranayama tenendo conto delle tipologie costituzionali descritte
nella medicina Ayurvedica”.

Pina
Bizzarro

COMUNICAZIONE
NATURALE, COMUNICAZIONE D’AMORE

 

di
Pina Bizzarro


Sissi

“Desidero
condividere con Voi quanto mi  è
accaduto nello scorso mese di luglio, poiché penso che da questi
eventi, tutti noi possiamo trarre un grande insegnamento.

Mi
vengono in mente le parole di André VanLysebeth che precedono il suo
ultimo racconto “L’isola innamorata”. Lui dice:“se non avete
ancora un cuore di bambino o un animo di poeta, che forse è la stessa
cosa,  lasciate perdere
queste pagine, andate oltre”

Perciò
invito tutte quelle persone che si ritengono scientificamente colte,
razionali, scettiche a dedicare ad altro il tempo che impiegherebbero a
leggere queste righe. Chi ha già le certezze in tasca non ha bisogno di
ascoltarmi!

 


    
La prima settimana di luglio sono stata a Piacenza, da Gabriella Cella per il
corso su “Yoga e Ayurveda. Quando sono ritornata a casa mi sono accorta che
mancava uno dei miei 3 gatti; per la precisione mancava Sissi, una gatta
persiana che vive con me da 7 anni. Pare 
che la  badante 
di  mia mamma ha 
lasciato aperta  la  porta 
d’ingresso  per 
qualche
minuto e Sissi forse infastidita dalla presenza di questa
estranea in casa o forse spinta dalla sua naturale predisposizione a curiosare,o
forse per dare una lezione a me, è uscita e si è allontanata. Ho subito fatto
dei manifesti che sono stati collocati praticamente in tutta Ragusa. Una mia
amica mi ha aiutata nelle ricerche; più di una volta ha cercato Sissi fino alle
2 di notte per riprendere alle 6 della mattina. I giorni passavano, ricevevo
qualche segnalazione, ma di Sissi nessuna traccia. Dopo 3 settimane le speranze
cominciavano ad affievolirsi. 

    
Alcuni mesi prima avevo avuto modo di vedere la
registrazione di un convegno “Segni e
messaggi dell’anima”,
che si era svolto a Milano, organizzato dalla
Libreria Ecumenica Esoterica di Timmy Falcone. Ho ascoltato con molto interesse
l’intervento dei vari relatori ma una Signora mi ha particolarmente colpito.
All’inizio non avevo capito bene di cosa stesse parlando. Diceva di un libro,
all’epoca non ancora pubblicato, che raccoglieva delle storie di comunicazione
con gli animali. Il suo nome è Ida Caruggi 
e prima di leggere una delle storie del suo libro premetteva che quando
lei comunica con gli animali o con le piante non usa il linguaggio concettuale
parlato o scritto tipico di noi esseri umani. Precisava che gli esseri di natura
non parlano con parole ma utilizzano altre forme di linguaggio come ad esempio
quello “emozionale” o attraverso
delle “immagini.” Diceva: “se
potessi suonerei qualche strumento, ma non sono capace.”
Perciò tutte le
volte che veniva detto: “…il cane dice, …l’albero dice” doveva esser
chiaro che era un modo metaforico di esprimere la comunicazione con questi
esseri per rendere più scorrevole il racconto di queste esperienze. Poi
cominciava a leggere la storia di Ben, un rottweiler con gravi problemi di
salute, e Agostino, la persona che si prende cura di lui. Ho seguito con grande
curiosità questo racconto e ad un certo punto non sono riuscita a trattenere le
lacrime.

    
Ritorniamo a Sissi e a quel fine luglio. Mentre cercavamo
Sissi per mari e per monti mi viene in mente Ida Caruggi e il suo meraviglioso
dono di entrare in contatto con gli animali. Su internet trovo il suo sito (www.comunicazionenaturale.it)
e le mando una e-mail nella quale Le chiedevo se poteva aiutarmi a ritrovare la
gatta. Dopo qualche giorno risponde dicendo che ritrovare gli animali smarriti
non è semplicissimo, ma comunque vale la pena di tentare; mi da il numero del
suo cellulare. La chiamo subito dopo aver chiuso il mio negozio, intorno alle 22
del 26 luglio. Sento una voce gentile, comprende la mia angoscia e mi rassicura
dicendomi che di sicuro non è morta (sentiva chiaramente che stavamo parlando
di  un animale in vita); anzi mi
suggeriva di cancellare dalla mia mente tutte le immagini negative prodotte
dalle mie paure perché alla gatta sarebbero arrivati messaggi del tipo: “Per
me tu sei morta, non ti sto cercando più!”. Mi dice che gli animali sono in
contatto con l’amore universale, sono delle anime che ci accompagnano nel
nostro cammino, molte volte hanno la funzione di proteggerci, di prendersi cura
di noi. Mi racconta di un cane nel cui corpo si è incarnata l’essenza di un
Angelo. Ascolto quanto mi dice e mi si schiude un mondo meraviglioso che i sensi
ordinari ci impediscono di vedere. In precedenza avevo letto in vari libri che
la scintilla Divina dorme nel vegetale, si risveglia nel minerale, vive
nell’animale e si evolve nell’uomo per poi lasciare la dimensione materiale
e proseguire la sua evoluzioni nei regni angelici. Lei mi dice che, secondo la
sua esperienza, non è affatto così; in un certo senso non ci sono formule
matematiche, regole e schemi fissi. In fondo parliamo del mistero
cosmico
e nessuno ha certezze, o quanto meno quel tipo di certezze che
soddisfano la nostra sfera razionale.

    
Le racconto del mio speciale rapporto con Sissi, che lei
è praticamente la mia ombra. Non solo mi segue in casa ovunque, dorme sopra di
me, se leggo o studio si piazza sopra i miei libri, tanto che molte volte ho
dovuto spostarla fisicamente per girare la pagina. Nei suoi occhi, così come in
quelli di tutti gli altri animali, c’è un’innocenza che mi ha sempre
commosso. Loro, non avendo la struttura del pensiero articolata come quella
degli esseri umani, sono già uniti a quell’energia di amore che caratterizza
la vita stessa, in un certo senso loro sono già arrivati in quella che per noi
è la meta del cammino yogico. I nostri animali sono i nostri Maestri: impariamo
da loro l’amore, la semplicità, la pazienza, il perdono. Gli animali non
sanno odiare, e mi racconta che qualche tempo prima aveva stabilito un contatto
con un animale in un laboratorio di vivisezione; non c’era un solo sentimento
di rabbia o di odio in lui! La nostra conversazione telefonica si fa sempre più
interessante, lei mi da precise indicazioni sulla meditazione per fare arrivare
a Sissi tutto il mio amore e il mio desiderio di riaverla a casa. Conclude la
telefonata dicendo che da quel momento non sarei stata più sola nella mia
ricerca, che Lei avrebbe chiesto aiuto a degli “amici speciali”. L’indomani mattina faccio la mia meditazione
per Sissi, poi vado in negozio. Avevo già preparato altri manifesti da mettere
in giro. Verso le 12,50 squilla il telefono e la voce di una donna mi dice che
ha visto la gatta nello scantinato di casa sua. Mi da l’indirizzo, che è
vicino casa mia, e mi dice di suonare nel campanello dove c’è scritto
“Amore” (tutte coincidenze?). Vado in quella casa e trovo lì la mia Sissi!
Tutto questo a meno di 15 ore dalla telefonata con Ida. Nel pomeriggio la chiamo
nuovamente e Lei era certa che la gatta fosse a casa. Mi ha raccontato altri
particolari e a me piacerebbe che Lei stessa attraverso queste pagine in futuro
potesse dettagliare di più questa storia o parlare comunque della sua
esperienza. Lei mi ha chiesto di avere questo numero di “Shanti magazine”,
perciò se  ritiene adatto questo
contesto, può prendersi tutto lo spazio che vuole. Vi invito vivamente a
visitare il suo sito, anche perché ci sono delle richieste di aiuto di alberi e
animali che possono beneficiare di qualche nostra meditazione collettiva.
  Il
suo libro è stato pubblicato da Anima Edizioni e si intitola “da
cuore a cuore
”; leggetelo o
regalatelo a persone che amano gli animali, è bellissimo! Inoltre se riusciamo
a mettere insieme un po’ di persone per organizzare un seminario lei è
disponibile a venire nella nostra Ragusa. Fatemi sapere se vi interessa.”

Pina Bizzarro

 

 

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