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Una storia romanzata di Akrai


Una storia romanzata di Akrai, un viaggio indietro nel tempo, alle
origini di Palazzolo Acreide, tra storia e leggenda.

 


Un momento della
presentazione del libro “Eravamo Corinzi”, di Salvo Figura (in
piedi, l’Autore)

 

“Eravamo Corinzi”,

di Salvo Figura, storia romanzata della
fondazione di Akrai

di
Giuseppe Nativo

 

 

    
Nel 664 A. C. ha inizio la “storia romanzata” della fondazione di
Akrai, oggi Palazzolo Acreide, dalle cui cime, avvolte nelle nebbie,
ancora si sentono i passi degli dei e degli eroi.

    
Questo l’incipit di Salvo Figura.

    
Scorrendo le prime righe ci si tuffa in un mondo tanto lontano nel tempo
quanto vicino per le sensazioni che provano i protagonisti della
narrazione. Un gruppo di corinzi, soffocato in loro l’amor patrio,
assecondano il desiderio di uscire dai propri confini per conoscere altri
popoli, stringer con essi nuove relazioni, navigando, esplorando,
estendendo i commerci e i vincoli culturali, apprendendo nuovi costumi e
nuove forme di vita. L’inseguimento del sogno di una colonia sui monti
iblei inizia così a prendere consistenza.

    
La narrazione di Salvo Figura non è per niente fredda, come accade per le
invenzioni da laboratorio, anche letterarie, ma è capace di suscitare
emozioni. L’ambientazione storica e sociale è scrupolosamente
tratteggiata e, pur senza indulgervi mai troppo, centrale rimane la
vicenda che ci fa giungere al finale in poco tempo, quasi correndo sulle
pagine ritmate dalle azioni, partecipi dei timori, delle difficoltà e
delle curiosità dei nostri eroi. Un ritmo, oseremmo dire, quasi musicale:
come se il racconto possedesse una silenziosa colonna sonora.

    
Lasciarsi alle spalle la terraferma e fare rotta verso il mare aperto, il
silenzio rotto solo dal sibilo del vento e dall’acqua che scivola sulla
carena, la sottile vena di timore che affiora di fronte all’azzurro
indistinto oltre l’orizzonte sono solo alcune delle mirabili sensazioni
e delle immagini che il racconto di Salvo Figura offre al lettore.

    
Navigare in mare diventa così la più potente metafora alla vita, tra
apparenza in superficie e mistero profondo, tra sole splendente e buio
imminente, natura spietata e spirito di sopravvivenza, tra destino e
autodeterminazione. Salpare ha il valore di accettare i rischi, la
solitudine, per dirigersi verso un nuovo mondo. Andare per mare, ascoltare
il silenzio fragoroso delle acque, farsi accarezzare dal soffio di Eolo,
assaporare la salsedine è un po’ come ritornare all’acqua amniotica
cercando in essa le risposte a mille interrogativi. Il mondo
dell’invisibile, popolato di entità impalpabili come i sogni, le
immaginazioni, gli intuiti, incombe sul mare anch’esso sogno. Proprio
quel mare, che richiude il solco lasciato dalla nave senza lasciare
traccia del suo passaggio, è lo stesso che si riapre facendo emergere
dall’orizzonte la terra. Quella terra che deve essere conquistata e che
ci fa sentire piccola parte di un’armonia cosmica in cui riscoprire il
senso di una nuova armonia nella propria vita.

    
Apparentemente sembrerebbe che nelle narrazioni, nelle “storie
romanzate”, come quella che ci ha brillantemente proposto Salvo Figura,
avvenga quanto Goethe lamenta in un verso del Faust: Dar
Wort erstirbt schon in der Feder
, cioè la parola muore già sotto la
penna, l’incandescenza dei suoi significati parrebbe spegnersi nello
stampo freddo dello scritto e dello stampato. In realtà, la parola
proprio nel momento in cui è cristallizzata
nella pagina, comincia a vivere, a presentare scenari del tutto
inaspettati ed avvincenti. E’ proprio allora che la “fata”
dell’immaginazione – secondo M. Proust – si indebolisce man mano che
i dati positivi dell’esperienza, i “nomi”, vanno ad occupare lo
spazio delle sue fantasiose scorribande ma poi questo spazio, che le è
sottratto, ridiventa in qualche modo neutro e si offre di nuovo
all’arbitrio della ”fata” quando il ricordo sbiadisce e la
conoscenza delle cose si appanna.

    
Riscoprire gli eventi del passato, sentire la complessità delle vicende,
dei linguaggi ed analizzarne il senso è come riviverlo e per tale motivo
risulta un compito assai arduo. Cercare i segni della Sua presenza è
un’affascinante avventura ed in questa l’autore ci introduce, quasi
per mano, ponendoci innanzi ad un mondo antico ma gravido di ideali.

Giuseppe
Nativo

Febbraio 2005

 

Scheda del libro:

 

     Autore: Salvo Figura

     Titolo: “Eravamo
Corinzi”, storia romanzata della fondazione di Akrai.

    
Editore:
La Biblioteca di Babele Edizioni, Modica 2005, pp. 63
ISBN 88-89211-07-5

 

L’Autore del libro, Salvo
Figura, mentre personalizza un volume

 

 

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